Sensazione di ardore, la presenza percepita di un corpo estraneo nell’occhio, una forte irritazione alla luce (fotofobia) e la difficoltà nel sollevare la palpebra al momento del risveglio.
Questi sono i segni comuni che potrebbero segnalare problemi relativi alla secrezione lacrimale.
La giusta quantità e qualità delle lacrime sono fondamentali per il benessere dell’occhio; in caso contrario, può insorgere la “sindrome dell’occhio secco”, un disturbo oculare sgradevole causato da una produzione lacrimale insufficiente (ipolacrimia) o da un’eccessiva evaporazione delle lacrime (dislacrimia).
Per determinare se la produzione di lacrime sia appropriata, il Test di Schirmer può risultare utile.
Nel Test di Schirmer, si collocano due bande di carta assorbente nel fornice congiuntivale del paziente; dopo circa 5 minuti, si valuta la porzione della banda bagnata dalle lacrime. Se il valore è inferiore a un determinato livello (meno di 10 mm), l’occhio viene classificato come secco e potrebbe essere necessario un trattamento sostitutivo.
Il Test di Schirmer è anche utile per rilevare una disfunzione lacrimale derivante anche da altre malattie non oculari, come il Lupus Eritematoso Sistemico, l’Artrite Reumatoide e la Sindrome di Sjogren, o per cause iatrogene legate all’uso di farmaci.
L’indagine non presenta alcun pericolo per il soggetto e non è dolorosa, anche se talvolta, per pazienti particolarmente sensibili, si può preferire l’uso di un anestetico locale nell’occhio prima dell’inserimento della banda di carta per evitare la lacrimazione “riflessa” causata dall’effetto irritante della carta. L’impiego dell’anestetico assicura che venga quantificata solo la secrezione “basale” delle lacrime.